Dopo la variante Delta, che si è ormai diffusa in un centinaio di Paesi lungo tutto il globo, ora arriva quella denominata Epsilon. In questo caso, la nuova mutazione del Covid si presenta sotto forma di una serie di modificazioni le quali l’hanno infine fatta entrare nel gruppo delle varianti del virus SarsCoV2 in grado di destare preoccupazione, ovvero le cosiddette Voc (Variants of concern).
A rilevarle è un gruppo di ricerca coordinata dal biochimico Matthew McCallum, dell’Università di Washington a Seattle, e i risultati sono pubblicati di volta in volta sulla rivista Science.
Se è ancora relativamente poco diffusa lungo il vecchio continente, essa è stata identificata per la prima volta in California e al momento ammonterebbero ad appena due i casi riscontrati in Italia. Questo in base alle rilevazioni condotte dalla banca internazionale Gisaid, alla quale spetta il compito di raccogliere le sequenze genetiche dei virus.
Va ricordato che il sequenziamento è considerato una delle armi più potenti al fine di limitare per quanto possibile la circolazione del virus. Lo studio coordinato da McCallum è basato sull’analisi di 57 campioni e ha potuto individuare ben tre mutazioni in grado di renderlo più resistente agli anticorpi. Le quali si trovano proprio sulla proteina Spike, ovvero la sorta di aculeo che il virus utilizza al fine di entrare nelle cellule.
Grazie alle mutazioni Epsilon è in grado di resistere sia agli anticorpi generati dai vaccini a Rna messaggero sia a quelli prodotti dall’infezione da virus SarsCoV2.
Al momento, in Europa sono stati rilevati 37 casi in Danimarca, 10 in Germania, 7 in Francia e in Irlanda, 5 in Spagna e Olanda, r in Svizzera, 3 in Norvegia, 2 in Svezia, Finlandia e Italia e 1 in Belgio.

Di Dario