La notizia data dalla Fism, la fondazione dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism), sembra in grado di dare nuove speranze nella lotta contro la sclerosi multipla. Nel corso di una ricerca cofinanziata con il ministero della Salute, è emerso un ruolo potenzialmente significativo delle lipossine, ovvero delle molecole da cui dipendono i processi di riparazione e ripristino dell’equilibrio con l’ambiente esterno dei tessuti danneggiati.
Ad individuarle sono stati i ricercatori di tre centri di ricerca: la Fondazione Santa Lucia IRCCS, l’Università di Amsterdam e quella di Berna, nell’ambito di una collaborazione con la Harvard Medical School.
I ricercatori, in particolare, sono riusciti a dimostrare che il trattamento continuato nel tempo con le lipossine sarebbe in grado di bloccare l’infiltrazione dei linfociti CD4 e CD8 nel midollo spinale e le risposte autoreattive di Th1, Th17 e linfociti citotossici. Andando al contempo a migliorare i sintomi, il decorso della malattia e il profilo dei lipidi infiammatori in “modelli sperimentali malati”.
Lo studio è inoltre riuscito ad evidenziare effetti analoghi nei linfociti T che sono stati estratti da pazienti con sclerosi multipla e trattati in vitro con le lipossine.
Per effetto di questa scoperta, potranno essere messi in campo trial clinici a favore di pazienti che sono affetti da sclerosi multipla. nel corso dei quali potranno essere sfruttate le conoscenze sviluppate dal gruppo di ricerca. Un primo passo verso nuove risposte farmacologiche in grado di andare a contrastare la malattia e migliorare, di conseguenza, la vita delle persone le quali sono costrette a farci i conti.

Di Dario