Ammonta a circa 7 milioni il numero delle persone che soffrono di ipoacusia nel nostro Paese e che hanno di conseguenza problemi più o meno gravi all’udito. Se il problema inizia spesso in tenera età, è però particolarmente avvertito nella fascia più anziana della popolazione, in quanto sentire meno o per nulla è in grado di causare anche notevoli problemi sociali. I quali sono stati acuiti dalla pandemia di Covid, che ha obbligato all’utilizzo delle mascherine impedendo la lettura del labiale.
Di questi problemi si è parlato durante un ANSA-Incontra che ha visto tra i protagonisti Fabrizio Alfieri, direttore del Centro ricerche e studi di Amplifon Italia, Roberto Albera, presidente della Siaf, la Società italiana di audiologia e foniatria e Luca Marini, responsabile della comunicazione dell’azienda italiana che produce protesi acustiche.
Se può consolare, l’Italia rappresenta un solido avamposto nella lotta alla sordità. Grazie ad uno screening universale presente lungo quasi tutto il territorio nazionale. Il quale, però, deve scontrarsi con un problema tipicamente italiano, ovvero l’eccessivo costo delle protesi acustiche. Basti pensare che le protesi Bernafon XTREME 120 costano 1.079,08 euro in Olanda e 2.500 in Italia. Mentre le protesi GNResound modello Sparx costano tra i 680 e gli 880 euro in Germania e 2375 in Italia.
Va poi ricordato che il tariffario non viene aggiornato dal 1999 e che la quota a carico del Sistema Sanitario Nazionale è di 660 euro a protesi. Con il resto che va a gravare sulle famiglie, in un Paese ove gli stipendi continuano a calare in maniera vistosa. Problemi destinati ad acuirsi considerato l’invecchiamento della nostra società.

Di Dario