L’Unione Europea non rinnoverà il contratto sottoscritto con Astrazeneca per la fornitura dei vaccini anti-Covid. La notizia è stata confermata da Thierry Breton, Commissario al commercio interno, il quale ha annunciato che non saranno rinnovati gli ordini all’azienda dopo il mese di giugno.
Il motivo della decisione è da ricercare in particolare nella serie di contrattempi i quali hanno rallentato in maniera molto rilevante la consegna dei vaccini concordati tra le controparti. Se nel primo trimestre dell’anno sono state consegnate 30 milioni di dosi a fronte delle 120 concordate, in seguito è stata la questione relativa agli allarmi sui decessi conseguenti alla somministrazione del vaccino a rallentare ulteriormente il processo. Mentre da parte dell’UE non arrivano critiche alla validità del vaccino, il quale è anzi stato elogiato dallo stesso Breton, in particolare per condizioni logistiche e temperature di conservazione.
Disguidi i quali hanno spinto infine Bruxelles ad affidarsi ad altri interlocutori, dopo aver peraltro provveduto ad avviare un’azione legale contro l’azienda. Un orientamento derivante anche dallo scarso appeal del vaccino della casa anglosvedese. Dimostrato dal fatto che nel nostro Paese circa un milione e mezzo di dosi sono ancora conservate nei frigoriferi, ovvero il 23% di quelle consegnate. Una percentuale in effetti maggiore rispetto al 6% di Pfizer.
Intanto, però, la situazione in Italia continua ad essere abbastanza complicata. Tanto da spingere il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ad affermare che c’è una carenza generalizzata di vaccini lungo tutta la penisola.
Il tutto mentre il Lazio ha esaurito le prenotazioni di Pfizer per maggio e la Lombardia ha deciso di aprire alle somministrazioni per gli over 50.

Di Dario