L’ipertensione rappresenta la prima causa di decesso a livello globale. Ammonta a circa un miliardo e mezzo il dato relativo alle persone che in ogni parte del mondo soffrono di questa problematica. Tra i quali un gran numero di italiani, tanto che si calcola in 280mila il numero dei nostri connazionali i quali muoiono ogni anno a causa di malattie cardiovascolari.
Dati estremamente preoccupanti, sui quali, naturalmente, continuano ad accumularsi studi che cercano di dare risposte a coloro che soffrono di questa patologia.

L’ultimo in tal senso è stato pubblicato dal Baylor College of Medicine. Il quale ha individuato nella disbiosi intestinale, una condizione di squilibrio microbico causata da una crescita eccessiva di batteri “cattivi” all’interno dell’intestino, un fattore in grado di contribuire all’ipertensione.

La domanda che scaturisce da questo rapporto è quindi la seguente: è possibile manipolare il microbiota intestinale, ovvero l’insieme dei batteri che abitano l’apparato digerente, al fine di combattere l’ipertensione? La squadra di ricerca guidata da David Durgan ha quindi esaminato precedenti ricerche per individuare nel digiuno uno dei principali motori della composizione del microbiota intestinale. In particolare, sarebbe il digiuno intermittente a potersi rivelare un efficace rimedio in tal senso, andando a ristrutturare il microbiota intestinale.

Di Dario