Com’è noto, i tamponi nasali per l’individuazione del Covid sono abbastanza invasivi e, di conseguenza, in grado di provocare un certo fastidio a chi deve sottoporvisi. Nel futuro, però, la situazione potrebbe mutare radicalmente. L’acqua solitamente utilizzata per i gargarismi in gola è infatti in grado di avere la stessa affidabilità al fine di accertare la presenza del virus SarsCov2. A dimostrarlo è stato uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Costanza che è stato pubblicato sulla rivista Microbiology Spectrum.
L’analisi in questione ha visto come campione quello formato da un gruppo di ottanta persone. Ventisei di esse sono risultate positive al Covid sia con il tampone nasofaringeo che con l’acqua per sciacquare la bocca. Il metodo di rilevazione che ha fatto da sfondo allo studio è quello tipico del tampone molecolare, che è estremamente sensibile.
A commentare i risultati è stato il coordinatore dello studio, Christof R. Hauck, secondo il quale gli stessi dimostrerebbero che la presenza del virus può essere riscontrata anche in questo modo, che aprirebbe nuove prospettive. Non sarebbe infatti necessario avere un equipaggiamento protettivo aggiuntivo per gli operatori sanitari e la raccolta dei campioni potrebbe essere condotta in totale sicurezza anche presso i medici di famiglia. Semplificando notevolmente le procedure e garantendo la possibilità di avere un metodo di individuazione del Covid molto meno invasivo rispetto al tampone nasale.
Ora resta da capire se lo studio avrà una ricaduta sul piano pratico o se, al contrario, sia destinato a restare sulla carta, a fare da sfondo ad una polemica montante come quella sui vaccini e sul Green Pass.

Di Dario