La discussione sui vaccini, e in particolare quella su Astrazeneca sembra destinata a proseguire ancora a lungo. Generando peraltro uno scetticismo sempre più diffuso nella popolazione, alla luce delle notizie che arrivano dal territorio, culminate nei fatti liguri, con il decesso di una ragazza di 18 anni dopo la somministrazione del siero nel corso dell’Open Day.
L’ultima novità arriva dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema), il cui comitato per la sicurezza ha concluso che le persone gravate in precedenza dalla sindrome da aumentata permeabilità capillare non dovrebbero essere vaccinate col prodotto di AstraZeneca. La stessa agenzia ha provveduto a spiegare come la sindrome è una condizione molto rara e grave caratterizzata dalla perdita di liquidi dai piccoli vasi sanguigni (capillari) oltre che da gonfiore il quale va ad interessare in particolare le braccia e le gambe, da bassa pressione sanguigna, da livelli insufficienti di albumina nel sangue e da un suo ispessimento.
L’agenzia europea sta inoltre portando avanti il lavoro di analisi relativo alle segnalazioni di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) e pericardite (infiammazione della membrana intorno al cuore) in un ristretto numero di persone dopo la vaccinazione con prodotti ideati per contrastare il Covid. Un lavoro reso necessario dal grande allarme che è stato instillato dalle notizie nell’opinione pubblica.
Infine va sottolineata anche una novità collegata al trattamento Veklury (Remdesivir), di cui si era parlato molto nei mesi precedenti. In questo l’agenzia ha consigliato di aggiornare le informazioni sul medicinale, in modo tale da includere la bradicardia tra le possibili reazioni avverse che lo stesso potrebbe provocare.

Di Dario