Tra i tanti effetti della pandemia, c’è stato anche un clamoroso aumento del consumo di alcool nel nostro Paese. I dati al riguardo diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) non lasciano dubbi al proposito: gli acquisti su canali online di e-commerce, per il settore delle bevande alcoliche avrebbero infatti messo a segno un’impennata tra il 181 e il 250% nell’home delivery, nel corso del 2020, con il conseguente aumento dei consumi domestici registrati.
Un trend favorito dal fatto che il mercato ha rafforzato nuovi canali alternativi e anche meno controllati in relazione al divieto di vendita a minori, provvedendo ad un mutamento anche nelle abitudini dei nostri connazionali.
Sempre secondo l’ISS, l’isolamento che ha caratterizzato il periodo delle chiusure, ha avuto come conseguenza un incremento del consumo incontrollato, il quale è stato anche favorito dalla nuova moda degli aperitivi digitali sulle chat e sui social network. Un nuovo modo di consumare bevande alcooliche il quale ha cercato di ovviare alle tante problematiche conseguenti al distanziamento sociale, non solo di carattere relazionale, ma anche prettamente economiche.
Il tutto si è poi accompagnato alle complicazioni gestionali dei servizi dedicati all’alcologia e dei dipartimenti per le dipendenze e la salute mentale. Strutture le quali si sono ritrovate a combattere non solo con le difficili situazioni della propria utenza, ma anche con una evidente scarsità di risorse disponibili. Dando vita ad una situazione in cui sono aumentate le richieste inevase a causa delle restrizioni sanitarie, anche per la tardiva introduzione di soluzioni digitali che avrebbero potuto meglio fronteggiare la situazione venutasi a creare.

Di Dario